Ricordi di Attività sportive
Cultura e Sport
Negli anni ’80, il gruppo sportivo Sacra Famiglia (SA.FA.) ha sperimentato un notevole sviluppo presso la parrocchia situata nel Villaggio Dalmazia. Il suo obiettivo principale era quello di mantenere unita una gioventù piuttosto eterogenea attraverso lo sport, le attività religiose e culturali. La SA.FA. includeva una squadra di pallavolo femminile allenata da Paola Pivari Conti e quattro squadre di calcio: i Pulcini, guidati da Gianni Curatolo, gli Esordienti allenati da Claudio Gioria (Caio), e gli Amatori seguiti dal tandem Lenaz F. e Palermo P. Nel 1987, la squadra SA.FA. Amatori, che si autotassava per giocare, senza alcun sponsor alle spalle, ha conquistato il titolo nel suo campionato di categoria.
Il G.S Villaggio Dalmazia nasce nel luglio 1973
La squadra con il nome di ADRIATICO, viene iscritta al Campionato di TERZA CATEGORIA. Tra i fondatori, ricordiamo Petricich G., Delton A. Lucchetto O., Strozzi R., Lenaz F. Le partite casalinghe vengono disputate sul Campo del Torrion Quartara. Nel ’74, il campo parrocchiale al Villaggio D. è pronto e inizia un’avventura autofinanziata dagli abitanti del Villaggio che ci porta
alla vittoria del campionato l’8 giugno 1980. Nel 1984, a causa dei forti aumenti dei costi di iscrizione, la SOCIETÀ cessa di esistere. Il Gruppo Sportivo Sa.Fa. ovvero Sacra Famiglia è il gruppo sportivo che nasce nel 1981, dopo la scomparsa del G.S. Villaggio Dalmazia, per tenere uniti nello sport i bambini, i giovani e adulti del quartiere. Del gruppo Sa. Fa. fanno parte quadre di pallavolo femminili e maschili.
Dalmazia Softball Club.
Nell’anno 1972 nasce la Società Sportiva Dalmazia Softball Novara che chiama a fungere da segretario il Signor Tognazzi Luigi.
È un’Associazione Sportiva dilettantistica senza fine di lucro che svolge la sua attività nel settore dell’associazionismo sportivo con l’obiettivo di promuovere e di fondere il gioco del baseball e softball nella città e nella Provincia di Novara. Questa Società sarebbe diventata una scuola di vita per numerose ragazze. In seguito, il settore femminile si unisce alla società Porta Mortara con la quale tutt’ora partecipa ai vari campionati.
Feste e Ricorrenze
Feste e ricorrenze
Alla caserma Perrone, la festa di San Vito era un’occasione speciale, caratterizzata da processione, messa solenne e diverse attività tradizionali. Oltre alle partite di calcio, si svolgevano giochi come la Corsa nei Sacchi, il Palo della Cuccagna e le Pignatte.
Nel Villaggio Dalmazia, le consuete tradizioni erano arricchite dal Banco di Beneficenza e dalla preparazione artigianale della Pastasciutta al sugo, curata da Lucia, Nucci e Luciana.
Con lo spostamento della festa nel cortile della nuova chiesa, la cucina veniva inizialmente allestita negli spogliatoi del campo di calcio e successivamente nei box sopra il cortile dell’oratorio. Man mano che la festa cresceva, venivano preparati piatti come la Paniscia e i Mititei, specialità rumene alla griglia. Il cortile veniva ristrutturato con pavimentazione, gradinate e un palco, e la cucina veniva trasferita all’interno del circolo, mentre una tettoia all’esterno proteggeva la griglia, le friggitrici e il forno per i dolci. La festa diventava sempre più grande, con l’introduzione di specialità regionali come i cevapcici e il baccalà mantecato (istriani), il gulasch e le palacincke ungheresi, e la paniscia, la polenta e il gorgonzola novaresi, che hanno reso celebri le feste del villaggio in tutta Novara e dintorni. Il Banco di Beneficenza e la Lotteria attiravano chi era in cerca di fortuna, mentre le sfilate del Palio della Fornace, insieme a gruppi folkloristici, animavano le strade del villaggio. Le serate erano allietate da orchestre nel piazzale dell’oratorio, che invitavano i ballerini a scatenarsi in pista. Scuole di ballo, maghi, imitatori e majorette animavano ulteriormente le serate. La festa, inizialmente di due giorni, si era via via estesa a tre, poi a sei, fino a protrarsi per altri tre giorni alla quarta domenica di settembre, in onore dei Santi Compatroni. Tra gli avvenimenti più memorabili, si ricordano il lancio con il paracadute al centro del campo sportivo, la carica della cavalleria sullo stesso campo e i fuochi d’artificio, realizzati grazie alle piccole donazioni raccolte dal compianto Leone. Un momento indelebile è stato la grande rimpatriata del 2004, che ha riunito quasi 500 persone che hanno vissuto nel villaggio, provenienti non solo da diverse parti d’Italia, ma anche da Germania, Stati Uniti, Australia e altre nazioni. Hanno condiviso un’indimenticabile esperienza di convivialità nel cortile e nei saloni parrocchiali, con abbondante cibo, bevande e canti. Un sentito ringraziamento è rivolto a tutti coloro che, con impegno e sacrificio, hanno reso possibile tutto ciò.
Integrazione
Il villaggio di Dalmazia è un esempio di integrazione e convivenza tra diverse culture e tradizioni. Questi esuli portarono con sé la loro lingua, la loro religione, la loro gastronomia e le loro usanze, che si mescolarono con quelle dei locali piemontesi.
Nel corso degli anni, il villaggio ha accolto anche altre comunità di esuli provenienti da diverse parti del mondo, come i Rumeni, i Rodensi, i Tunisini e molti altri. Queste comunità hanno arricchito il patrimonio culturale del villaggio, creando un clima di tolleranza e rispetto reciproco. Il villaggio ha saputo mantenere vive le proprie radici, ma anche aprirsi al dialogo e allo scambio con le altre culture. Oggi, il villaggio Dalmazia è un luogo di pace e di armonia, dove si respira un’atmosfera di solidarietà e di amicizia. Il villaggio è famoso per le sue feste e le sue manifestazioni, che celebrano la diversità e l’unità delle sue genti. Il villaggio è anche un modello di sviluppo sostenibile, che valorizza le risorse naturali e le tradizioni locali. Il Villaggio Dalmazia è un esempio di come la convivenza tra diverse comunità di esuli possa essere una fonte di arricchimento e di crescita, e non di conflitto e di divisione. Il villaggio dimostra che la diversità non è un ostacolo, ma una risorsa, e che la cultura non è un elemento di separazione, ma di condivisione. Il villaggio è un simbolo di speranza e di futuro.
Le Donne del Villaggio
Le signore, le mamme già presso la Caserma Perrone lavoravano facendo lavori umili per aiutare le finanze familiari, come sarte, mondine e governanti presso le famiglie bene novaresi. Dagli anni ’50 con lo sviluppo delle grandi fabbriche in città furono assunte come operaie.
Negli anni ’ 90, le ex mule della ex Villa Perrone, che una volta erano ragazze e insieme uscivano a ballare e andavano al cinema, decisero di ritrovarsi in allegria ricordando i bei tempi. Loro che in tutto questo tempo sono rimaste amiche e vicine di casa.
Tradizioni canore al Villaggio Dalmazia
Cineforum.
Nel nuovo salone parrocchiale dal 1975 fino ai primi anni “80 venivano proiettati film la domenica pomeriggio per adolescenti e la sera per i giovani. Ancora prima della costituzione della parrocchia i bimbi e adolescenti frequentavano il catechismo presso il Seminario Vescovile, adiacente al quartiere, e già allora venivano proiettati film la domenica pomeriggio.
Al villaggio della Dalmazia, le tradizioni canore hanno radici profonde che si intrecciano con il passato della caserma Perrone. Gli esuli erano soliti riunirsi sui gradini sotto il porticato, regalando alle serate un’atmosfera vivace con canti popolari e melodie che risuonavano nell’aria.
Questa affascinante tradizione ha resistito alle prove del tempo, e ancora oggi, al bar o alle feste, i canti continuano ad accompagnare le giornate. Le sonorità di strumenti di Caio e Pagogna si fondono armoniosamente, creando un sottofondo musicale che diventa parte integrante della vita quotidiana. Durante le festività pasquali e natalizie, le cantate si prolungano fino a tarda notte, mentre quantità generose di vino scorrono tra gli amici riuniti. Un’indimenticabile serata segna una svolta nella storia musicale del villaggio. In una di queste serate compare Enrico Re, un colonnello dell’esercito un tempo compagno di scuola al conservatorio del celebre musicista Cantelli. Il maestro Re, entusiasta delle potenzialità della comunità nel canto a più voci, propone di formare un coro composto da 30 elementi, con lui come direttore. Il coro, arricchito da inserimenti di pezzi operistici, diventa una presenza costante fino agli anni settanta. Dopo un breve periodo di pausa, la tradizione si rinnova sotto la guida di Don Maurizio Gagliardini, che porta avanti il testimone con dedizione e passione.
Nel 1996 e nel 1997 i ragazzi del “vecchio gruppo giovanile “animatori degli anni ottanta decise di ritrovarsi, e avendo tutti la passione per il canto, si riuniscono in uno spettacolo musicale intitolato Con amicizia, e verrà proposto in vari quartieri e Parrocchie di Novara.
Nel nuovo millennio, la corale, da quel momento diretta dal maestro Rossitto, riceve un’onorevole invito al Giubileo delle Corali presso la Città del Vaticano nel 2016.
Il 2019 segna un nuovo capitolo emozionante. Nasce la Corale Fiume Istria Dalmazia, unisce le voci e le canzoni delle terre native. Con entusiasmo, collaborano alla creazione di un CD che raccoglie un vasto repertorio di melodie, testimonianza della ricca tradizione musicale delle nostre terre.
Così, noi del Villaggio Dalmazia continuiamo a custodire gelosamente le nostre tradizioni canore, tramandandole di generazione in generazione, unendo passato e presente in un armonioso canto che risuona nelle anime della comunità.