Corsa del Ricordo 2024

Il 17/11/2024 a Novara si e’ svolta per la 2° volta la ” Corsa del Ricordo” un evento organizzato a livello locale dal Comune di Novara- Provincia di Novara- ASI associazione sportiva- ASD ” Fare Sport” – CONI – ANVGD NOVARA E PROVINCIA . Il percorso con partenza e arrivo dalla via Aquileia si e’ sviluppato in due percorsi : uno di 9.8 Km con partenza alle h 9:30 e uno di 4.8 Km con partenza alle h 9:45. In una freddissima giornata dove il sole ha fatto da padrone al Villaggio Dalmazia si sono riuniti atleti e non di varie età da ragazzini a OVER 90, durante la cerimonia di premiazione (alla presenza di alcune autorità di Novara ) di tutti gli atleti con una medaglia e una Coppa ai primi 3 classificati per categoria si e’ voluto ricordare e commemorare anche il nostro compianto ex Presidente ANVGD Novara Antonio ” NINI” Sardi consegnando ai tre figli presenti una targa ricordo ringraziandoli per tutto quello che il loro adorato papà ha fatto negli anni per tutta la comunità del Villaggio Dalmazia. Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno partecipato e reso possibile questo evento in particolare agli instancabili organizzatori : Pompeo VerdicchioRoberto Barbone – Paolo Bertini – Lorenza GamolettiNonnoboi Roberto – ANVGD Novara – Assessore allo Sport Ivan De Grandis – MOTO CLUB Novara (che con la presenza delle loro moto hanno reso il percorso più sicuro) e a ODV Polizia di Stato presente con i loro volontari …e a Chiara Zuliani del bar Jesi Villaggio Dalmazia che con una apertura straordinaria alle h 6:00 del mattino ha accolto tutti dagli organizzatori ai partecipanti alla manifestazione con caffè brioche e tanta simpatia …Arrivederci a tutti , vi aspettiamo l’anno prox con la 3° edizione della Corsa del Ricordo Novara intitolato da quest’anno agli anni a venire ad Antonio Sardi ” NINI”.

Corsa del Ricordo 2024

Con la tappa di #Novara, del prossimo 17 Novembre, si conclude l’edizione 2024 della #CorsaDelRicordo.

Una manifestazione che ha toccato diverse città italiane 🇮🇹 da nord a sud che, attraverso lo sport, vuole ricordare i martiri delle foibe e gli esuli italiani di #Istria, #Fiume e #Dalmazia.

Vi aspettiamo a Novara per chiudere alla grande questo 2024 della Corsa del Ricordo, di seguito il link per le iscrizioni 👇👇👇

Iscrizioni

Centro Novarese di Studi Letterari

Centro Novarese di Studi Letterari

14 ottobre alle ore 09:00  · 

“A poco più di un anno dall’incidente che mi ha impedito di camminare con le mie gambe – racconterà Giuliano Koten – sono tornato a pensare di avere un futuro grazie allo sport”. Il libroforum di questa settimana racconta la vicenda Giuliano Koten, nato a Fiume ed esule nel 1950 nel campo profughi presso l’ex caserma Perrone di Novara, costretto sulla sedia a rotelle a causa di un infortunio sul lavoro, diventerà poi un simbolo del mondo paraolimpico, girando il mondo per gareggiare ottenendo successi, a tutti i livelli.

L’ANVGD Novara alle celebrazioni per i 70 anni del Villaggio Dalmazia

Una data importante il 3 ottobre per gli abitanti del Villaggio Dalmazia: il giorno in cui nel 1954 venne posata la prima pietra di ciò che poi divenne il loro quartiere. Un quartiere di esuli, rei di nessuna colpa,  vittime innocenti dell’idiozia umana.

Ora tutti loro, eredi di un Ricordo da tramandare vivono anche in altre zone della città che li accolse, ma ciononostante non dimenticano mai i loro genitori, nonni e parenti, che tanto fecero per essere comunità vera. Una comunità che lo scorso 3 ottobre si è ritrovata, nonostante le avverse condizioni meteo, per onorare la memoria di questo importante anniversario con un evento organizzato dal Comitato provinciale di Novara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Dopo la funzione religiosa presso la Parrocchia della Sacra Famiglia edificata nel 1957, Don Emilio con un nutrito seguito, ha dapprima benedetto la Prima Pietra, e poi deposto un mazzo di fiori presso la lapide in ricordo di Norma Cosetto, Medaglia d’oro al merito civile, una delle prime vittime di quell’obrobrio che furono le foibe. Attimi di vera commozione, lacrime su molti volti, che confermano il fortissimo legame ad una terra, ad un popolo diventato comunità per amore, per tramandare valori e principi imprescindibili per costruire un futuro di Pace per tutti.

Sabato 5 ottobre presso l’Aula Magna dell’Università  del Piemonte Orientale nel complesso Perrone (ex caserma Perrone, che nel dopoguerra era stata Centro Raccolta Profughi per quasi 10 anni) si è svolto il Convegno Internazionale Giuliano Dalmati in Piemonte. Esodo, accoglienza, ricordi. È stata qui allestita anche la mostra “Face de Villaggio” che possiamo vedere attraverso questo breve video: Su youTube

70° dalla posa della prima pietra

Roberto Pizzighello da "Pizzi the Page"

Settanta anni di una comunità in cammino
Una data importante il tre ottobre per gli abitanti del Villaggio Dalmazia, il giorno in cui nel 1954 venne posata la prima pietra di ciò che poi divenne il loro quartiere.
Un quartiere di esuli, rei di nessuna colpa, sennò che vittime innocenti dell’idiozia umana.
Ora tutti loro, eredi di un Ricordo da tramandare vivono anche in altre zone della città che li accolse, ma ciononostante non dimenticano mai i loro genitori, nonni e parenti, che tanto fecero per essere comunità vera.
Una comunità che oggi si è ritrovata, nonostante le avverse condizioni meteo, per onorare la memoria di questo importante anniversario.
Dopo la funzione religiosa presso la Parrocchia della Sacra Famiglia, Don Emilio con un nutrito seguito, ha dapprima benedetto la Prima Pietra, e più deposto un mazzo di fiori presso la lapide ricordo di Norma Cosetto, Medaglia d’oro al merito civile, una delle prime vittime di quell’obrobrio che furono le foibe.
Attimi di vera commozione, lacrime su molti volti, che confermano il fortissimo legame ad una terra, ad un popolo diventato comunità per amore, per tramandare valori e principi imprescindili per costruire un futuro di Pace per tutti.

MOSTRA FOTOGRAFICA “FACE DE VILLAGGIO” di Mario Finotti

Lunedì 30 settembre 2024, alle ore 17:30, presso l’Auditorium “Gaudenzio Cattaneo” del campus
universitario Perrone di Novara, Antonio Leone, vicepresidente dell’Istituto Storico della Resistenza “Piero
Fornara”, ha introdotto la presentazione della mostra fotografica “Face de Villaggio” di Mario Finotti,
organizzata in occasione del 70° anniversario della posa della prima pietra del Villaggio Dalmazia.
Erano presenti il Prefetto di Novara, Francesco Garsia; Matteo Marnati Assessore regione Piemonte; Cristina
Stangalini Assessore commercio artigianato agricoltura Comune di Novara; il presidente dell’ANVGD di
Novara, Flavio Lenaz, insieme ai suoi consiglieri.
Il progetto, di grande impatto, ritrae i discendenti degli esuli con le immagini dei loro antenati, creando un
legame visivo tra passato e presente, e celebrando l’accoglienza di Novara.
La mostra sarà aperta fino a giovedì 10 ottobre presso la biblioteca del campus (ingresso da Baluardo
Lamarmora n° 7 di fronte alla caserma Carabinie

Mercoledì 28 febbraio alle ore 8:30, presso la Chiesa del il villaggio Dalmazia, si terrà una messa commemorativa per la tragedia dimenticata di Arsia.

La tragedia di Arsia è uno dei capitoli più oscuri della storia europea, avvenuta 84 anni fa, il 28 febbraio 1940, nella miniera di carbone di Arsia, situata in Istria, all’epoca parte del territorio italiano e oggi croato. In quella tragica mattina, alle 4:30, una violenta esplosione causata da una fuga di gas metano scosse i livelli più profondi della miniera, provocando il crollo di gallerie e cantieri e la morte di 187 minatori. Tra le vittime vi erano molti sardi, emiliani, toscani, veneti e lombardi, oltre ai lavoratori locali. Anche il papà del nostro associato Andrea Delton perì in quel crollo.

La miniera di Arsia era stata inaugurata nel 1937 come parte del progetto autarchico del regime fascista, che mirava a sfruttare le risorse carbonifere dell’Istria e della Slovenia, acquisite dopo la prima guerra mondiale. Questa miniera rappresentava una delle più importanti risorse energetiche italiane. La città di Arsa, successivamente ribattezzata Arsia, fu costruita in poco più di un anno, seguendo il modello di Carbonia, in Sardegna.

Tuttavia, le condizioni di lavoro nella miniera erano estremamente difficili: gli operai, provenienti da diverse regioni d’Italia, erano attratti dalle promesse di impiego e benessere, ma si trovarono a vivere in baracche sovraffollate e insalubri, senza servizi igienici e senza assistenza sanitaria. Gli incidenti erano frequenti e spesso fatali, mentre le proteste e gli scioperi venivano repressi con violenza e censura.

La tragedia del 28 febbraio 1940 rappresentò il culmine di una lunga serie di negligenze e violazioni delle norme di sicurezza. Nonostante la gravità dell’evento, la stampa fascista minimizzò la notizia e non diede spazio ai nomi e alle storie delle vittime. Anche dopo la guerra, quando la miniera passò sotto il controllo jugoslavo e vi furono deportati migliaia di prigionieri italiani, la tragedia fu dimenticata.

Simone Cristicchi

Sta per portare di nuovo nei teatri “Esodo”

Dal 3 febbraio inizieranno le date di “Esodo”, una rappresentazione in formato ridotto, ma ugualmente significativo e profondo, di “Magazzino 18”.

ESODO Racconto per voce, parole e immagini (di e con Simone Cristicchi, Corvino Produzioni) – Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino n. 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.

Nel porto vecchio di Trieste, il Magazzino N.18 conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia, e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione dolorosa e complessa – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane.

Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia.

Tra le varie date del tour di febbraio 2023, segnaliamo la doppia esibizione a Novara, presso il prestigioso Teatro Coccia: oltre alla rappresentazione serale del 6 febbraio, la mattina del 7 febbraio ci sarà, con la collaborazione del Comitato provinciale di Novara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, uno spettacolo riservato agli studenti delle scuole.

Sport

Ricordi di Attività sportive

Cultura e Sport

Negli anni ’80, il gruppo sportivo Sacra Famiglia (SA.FA.) ha sperimentato un notevole sviluppo presso la parrocchia situata nel Villaggio Dalmazia. Il suo obiettivo principale era quello di mantenere unita una gioventù piuttosto eterogenea attraverso lo sport, le attività religiose e culturali. La SA.FA. includeva una squadra di pallavolo femminile allenata da Paola Pivari Conti e quattro squadre di calcio: i Pulcini, guidati da Gianni Curatolo, gli Esordienti allenati da Claudio Gioria (Caio), e gli Amatori seguiti dal tandem Lenaz F. e Palermo P. Nel 1987, la squadra SA.FA. Amatori, che si autotassava per giocare, senza alcun sponsor alle spalle, ha conquistato il titolo nel suo campionato di categoria.

 Il G.S Villaggio Dalmazia nasce nel luglio 1973

La squadra con il nome di ADRIATICO, viene iscritta al Campionato di TERZA CATEGORIA. Tra i fondatori, ricordiamo Petricich G., Delton A. Lucchetto O., Strozzi R., Lenaz F. Le partite casalinghe vengono disputate sul Campo del Torrion Quartara. Nel ’74, il campo parrocchiale al Villaggio D. è pronto e inizia un’avventura autofinanziata   dagli abitanti del Villaggio che ci porta

alla vittoria del campionato l’8 giugno 1980. Nel 1984, a causa dei forti aumenti dei costi di iscrizione, la SOCIETÀ cessa di esistere. Il Gruppo Sportivo Sa.Fa. ovvero Sacra Famiglia è il gruppo sportivo che nasce nel 1981, dopo la scomparsa del G.S. Villaggio Dalmazia, per tenere uniti nello sport i bambini, i giovani e adulti del quartiere. Del gruppo Sa. Fa. fanno parte quadre di pallavolo femminili e maschili.

Dalmazia Softball Club.

Nell’anno 1972 nasce la Società Sportiva Dalmazia Softball Novara che chiama a fungere da segretario il Signor Tognazzi Luigi.

È un’Associazione Sportiva dilettantistica senza fine di lucro che svolge la sua attività nel settore dell’associazionismo sportivo con l’obiettivo di promuovere e di fondere il gioco del baseball e softball nella città e nella Provincia di Novara. Questa Società sarebbe diventata una scuola di vita per numerose ragazze. In seguito, il settore femminile si unisce alla società Porta Mortara con la quale tutt’ora partecipa ai vari campionati.

Feste e Ricorrenze

Feste e ricorrenze

Alla caserma Perrone, la festa di San Vito era un’occasione speciale, caratterizzata da processione, messa solenne e diverse attività tradizionali. Oltre alle partite di calcio, si svolgevano giochi come la Corsa nei Sacchi, il Palo della Cuccagna e le Pignatte.

Nel Villaggio Dalmazia, le consuete tradizioni erano arricchite dal Banco di Beneficenza e dalla preparazione artigianale della Pastasciutta al sugo, curata da Lucia, Nucci e Luciana.

Con lo spostamento della festa nel cortile della nuova chiesa, la cucina veniva inizialmente allestita negli spogliatoi del campo di calcio e successivamente nei box sopra il cortile dell’oratorio. Man mano che la festa cresceva, venivano preparati piatti come la Paniscia e i Mititei, specialità rumene alla griglia. Il cortile veniva ristrutturato con pavimentazione, gradinate e un palco, e la cucina veniva trasferita all’interno del circolo, mentre una tettoia all’esterno proteggeva la griglia, le friggitrici e il forno per i dolci. La festa diventava sempre più grande, con l’introduzione di specialità regionali come i cevapcici e il baccalà mantecato (istriani), il gulasch e le palacincke ungheresi, e la paniscia, la polenta e il gorgonzola novaresi, che hanno reso celebri le feste del villaggio in tutta Novara e dintorni. Il Banco di Beneficenza e la Lotteria attiravano chi era in cerca di fortuna, mentre le sfilate del Palio della Fornace, insieme a gruppi folkloristici, animavano le strade del villaggio. Le serate erano allietate da orchestre nel piazzale dell’oratorio, che invitavano i ballerini a scatenarsi in pista. Scuole di ballo, maghi, imitatori e majorette animavano ulteriormente le serate. La festa, inizialmente di due giorni, si era via via estesa a tre, poi a sei, fino a protrarsi per altri tre giorni alla quarta domenica di settembre, in onore dei Santi Compatroni. Tra gli avvenimenti più memorabili, si ricordano il lancio con il paracadute al centro del campo sportivo, la carica della cavalleria sullo stesso campo e i fuochi d’artificio, realizzati grazie alle piccole donazioni raccolte dal compianto Leone. Un momento indelebile è stato la grande rimpatriata del 2004, che ha riunito quasi 500 persone che hanno vissuto nel villaggio, provenienti non solo da diverse parti d’Italia, ma anche da Germania, Stati Uniti, Australia e altre nazioni. Hanno condiviso un’indimenticabile esperienza di convivialità nel cortile e nei saloni parrocchiali, con abbondante cibo, bevande e canti. Un sentito ringraziamento è rivolto a tutti coloro che, con impegno e sacrificio, hanno reso possibile tutto ciò.

Integrazione  

Il villaggio di Dalmazia è un esempio di integrazione e convivenza tra diverse culture e tradizioni. Questi esuli portarono con sé la loro lingua, la loro religione, la loro gastronomia e le loro usanze, che si mescolarono con quelle dei locali piemontesi.

Nel corso degli anni, il villaggio ha accolto anche altre comunità di esuli provenienti da diverse parti del mondo, come i Rumeni, i Rodensi, i Tunisini e molti altri. Queste comunità hanno arricchito il patrimonio culturale del villaggio, creando un clima di tolleranza e rispetto reciproco. Il villaggio ha saputo mantenere vive le proprie radici, ma anche aprirsi al dialogo e allo scambio con le altre culture. Oggi, il villaggio Dalmazia è un luogo di pace e di armonia, dove si respira un’atmosfera di solidarietà e di amicizia. Il villaggio è famoso per le sue feste e le sue manifestazioni, che celebrano la diversità e l’unità delle sue genti. Il villaggio è anche un modello di sviluppo sostenibile, che valorizza le risorse naturali e le tradizioni locali. Il Villaggio Dalmazia è un esempio di come la convivenza tra diverse comunità di esuli possa essere una fonte di arricchimento e di crescita, e non di conflitto e di divisione. Il villaggio dimostra che la diversità non è un ostacolo, ma una risorsa, e che la cultura non è un elemento di separazione, ma di condivisione. Il villaggio è un simbolo di speranza e di futuro.

Le Donne del Villaggio

Le signore, le mamme già presso la Caserma Perrone lavoravano facendo lavori umili per aiutare le finanze familiari, come sarte, mondine e governanti presso le famiglie bene novaresi. Dagli anni ’50 con lo sviluppo delle grandi fabbriche in città furono assunte come operaie.

 Negli anni ’ 90, le ex mule della ex Villa Perrone, che una volta erano ragazze e insieme uscivano a ballare e andavano al cinema, decisero di ritrovarsi in allegria ricordando i bei tempi. Loro che in tutto questo tempo sono rimaste amiche e vicine di casa.

Tradizioni canore al Villaggio Dalmazia

Cineforum.

Nel nuovo salone parrocchiale dal 1975 fino ai primi anni “80 venivano proiettati film la domenica pomeriggio per adolescenti e la sera per i giovani. Ancora prima della costituzione della parrocchia i bimbi e adolescenti frequentavano il catechismo presso il Seminario Vescovile, adiacente al quartiere, e già allora venivano proiettati film la domenica pomeriggio.

Al villaggio della Dalmazia, le tradizioni canore hanno radici profonde che si intrecciano con il passato della caserma Perrone. Gli esuli erano soliti riunirsi sui gradini sotto il porticato, regalando alle serate un’atmosfera vivace con canti popolari e melodie che risuonavano nell’aria.

Questa affascinante tradizione ha resistito alle prove del tempo, e ancora oggi, al bar o alle feste, i canti continuano ad accompagnare le giornate. Le sonorità di strumenti di Caio e Pagogna si fondono armoniosamente, creando un sottofondo musicale che diventa parte integrante della vita quotidiana. Durante le festività pasquali e natalizie, le cantate si prolungano fino a tarda notte, mentre quantità generose di vino scorrono tra gli amici riuniti. Un’indimenticabile serata segna una svolta nella storia musicale del villaggio. In una di queste serate compare Enrico Re, un colonnello dell’esercito un tempo compagno di scuola al conservatorio del celebre musicista Cantelli. Il maestro Re, entusiasta delle potenzialità della comunità nel canto a più voci, propone di formare un coro composto da 30 elementi, con lui come direttore. Il coro, arricchito da inserimenti di pezzi operistici, diventa una presenza costante fino agli anni settanta. Dopo un breve periodo di pausa, la tradizione si rinnova sotto la guida di Don Maurizio Gagliardini, che porta avanti il testimone con dedizione e passione.

Nel 1996 e nel 1997 i ragazzi del “vecchio gruppo giovanile “animatori degli anni ottanta decise di ritrovarsi, e avendo tutti la passione per il canto, si riuniscono in uno spettacolo musicale intitolato Con amicizia, e verrà proposto in vari quartieri e Parrocchie di Novara.

Nel nuovo millennio, la corale, da quel momento diretta dal maestro Rossitto, riceve un’onorevole invito al Giubileo delle Corali presso la Città del Vaticano nel 2016.

Il 2019 segna un nuovo capitolo emozionante. Nasce la Corale Fiume Istria Dalmazia, unisce le voci e le canzoni delle terre native. Con entusiasmo, collaborano alla creazione di un CD che raccoglie un vasto repertorio di melodie, testimonianza della ricca tradizione musicale delle nostre terre.

Così, noi del Villaggio Dalmazia continuiamo a custodire gelosamente le nostre tradizioni canore, tramandandole di generazione in generazione, unendo passato e presente in un armonioso canto che risuona nelle anime della comunità.

Adelia Valencich

Fiumana, giunta a Novara alla caserma Perroni come rifugiata, ha lasciato un’impronta indelebile nel softball italiano. Nel 1970, ha iniziato la sua carriera nella squadra di Novara, scalando le serie “B” e “A” grazie al suo talento. La sua abilità l’ha portata a essere convocata nella nazionale italiana nello stesso anno, continuando a rappresentare il paese nelle stagioni successive. Purtroppo, ha dovuto rinunciare a ulteriori convocazioni a causa dei suoi impegni lavorativi.

Altro su Adelia Valencich

http://www.panathlon-novara.it/50/152.pdf

http://www.fastpitch.it/valencich.htm